martedì 19 novembre 2013

IL ROMANZO DELLA COSCIENZA (sintesi)


Hegel rappresenta il sistema completo della realtà attraverso una filosofia sistematica che rispecchia la dialettica dello spirito nella sua circolarità ascendente, infatti ritiene che la modernità sia segnata dalla scissione natura/spirito e uomo/società (l’alienazione). Quindi nella fenomenologia dello spirito (racconto filosofico della coscienza, che progredisce dall'individualità alla collettività) egli tratta della coscienza individuale che riesce a superare l’alienazione attraverso la presa di coscienza delle tappe evolutive dello spirito, quindi giunge al sapere assoluto (filosofia come scienza) e ricompone in sé l’armonia perduta.
Nella Fenomenologia dello spirito   descrive le tappe evolutive della vita spirituale (le “figure”, forme ideali e storiche con cui lo spirito, o cultura di un popolo, si è espresso attraversi i secoli) ossia la certezza sensibile che possiede una conoscenza apparentemente concreta e veritiera basata sul sapere immediato dell’“in sé”(la verità fuori dal soggetto); essa tuttavia diviene consapevole della falsità di tale sapere quando comprende che l’oggetto è conoscibile in relazione al soggetto (al “per sé”). Essa perciò si rende consapevole del proprio carattere produttivo quindi può affermare che l’incontro-scontro con l’autocoscienza dell’altro è dovuto al fatto che l’autocoscienza avverte il bisogno degli altri e cerca il riconoscimento della propria autocoscienza dalle altre attraverso la dialettica dipendenza/indipendenza (lotta e scontro) che provoca la sottomissione di un autocoscienza all’altra (paura della morte) segue la dialettica servo-padrone che consiste nella prevaricazione del signore e sottomissione del servo, poi nella autodisciplina del servo tramite il lavoro (il “servizio”) quindi nella coscienza del servo della proprio indipendenza dal padrone e specularmente  nella coscienza del padrone della propria dipendenza dal servo, quindi si giunge alla trasformazione del padrone in servo del servo e del servo in padrone del padrone(la coscienza, nel lavoro, ritrova se stessa e acquista un suo proprio significato).
Lo stoicismo presenta l’autocoscienza chiusa e indifferente al mondo in quanto ha la certezza della propria libertà e indipendenza dalle cose; allo stoicismo segue lo scetticismo basato sulla "epoché" sul mondo e su ogni certezza;
Hegel afferma che stoicismo e scetticismo evidenziano la scissione tra sé e il mondo, tale condizione è superata dalla coscienza infelice tale è l’autocoscienza cristiana che avverte la scissione tra la consapevolezza della proprio finitudine e la aspirazione verso l’infinità di Dio: quindi la coscienza infelice supera la scissione negando se stessa (automortificazione),  diviene consapevole di essere parte dell’assoluto; ora l’autocoscienza sa di essere la ragione (l’età moderna), la quale cerca se stessa nella natura(naturalismo rinascimentale), poi formula le leggi della natura (scienza) ma non riesce mai a ritrovarsi; quindi abbandona la scienza naturale e ricerca sé nella propria soggettività attraverso il piacere (inappagante) e la legge del cuore (incapace di universalità); a questo punto conquista la virtù attraverso la legge morale kantiana, ma è frustrata per lo scarto incolmabile esistente tra essere/dover essere. Finalmente la ragione comprende che l’aspirazione all'universalità comporta il superamento delle etiche di tipo soggettivo e impone il passaggio all'eticità, ossia l’assumere la prospettiva dello spirito incarnato nelle istituzioni storico-politiche (finalmente la ragione ricompone in sé l’armonia perduta).

2 commenti:

  1. L'autocoscienza afferma che ci siano altre autocoscienze in grado di sostenere la propria esistenza.Secondo Hegel,l'uomo è un'autocoscienza solo se riesce a riconoscere gli altri esseri pensanti.Quindi si viene a creare una sorta di lotta,che culmina,non nella morte di un'autocoscienza,ma nella vittoria di una sull'altra.
    E' quello che accade al rapporto servo-padrone,in cui quest'ultimo ha rischiato la propria vita,ha vinto ed ha avuto la propria indipendenza;il sevo,invece,ha preferito la perdita della propria indipendenza per salvarsi.Ma Hegel sa,che prima o poi,il padrone diverrà servo del servo,poiché si rende dipendente dal servo.Mentre quest'ultimo diverrà padrone del padrone poiché riceve un sostentamento e la propria indipendenza.
    Questa sorta di lotta la si può notare anche nel rapporto stoicismo/scetticismo.Nel primo l'autocoscenza,credendo di essere libera,raggiunge solo un'astratta libertà interiore,non negando la realtà esterna.Lo scetticismo,invece,ha un modo diverso di guardare il mondo e dà vita ad una situazione contraddittoria ed insostenibile,che si manifesta nella scissione tra due coscienze.
    Questa scissione è esplicita nella figura di coscienza infelice,che culmina nella radicale separazione tra uomo e Dio.In primo luogo Hegel tratta dell'ebraismo,rifacendosi al vecchio testamento,in cui l'uomo veniva sottomesso a Dio,e dipendeva da quest'ultimo (rapporto servo-padrone).In un secondo momento si arriva al cristianesimo,in cui Dio è visto come una realtà che è presente e vede,in cui si è convinti di cogliere l'assoluto.

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  2. La coscienza infelice assume la forma di una separazione radicale fra l' uomo e Dio. Tale separazione di manifesta dapprima sotto forma di un' antitesi fra l'instrasmutabile e il trasmutabile.

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