Hegel rappresenta il sistema completo della realtà
attraverso una filosofia sistematica che rispecchia la dialettica dello spirito
nella sua circolarità ascendente, infatti ritiene che la modernità sia segnata
dalla scissione natura/spirito e uomo/società (l’alienazione). Quindi nella
fenomenologia dello spirito (racconto filosofico della coscienza, che
progredisce dall'individualità alla collettività) egli tratta della coscienza individuale che riesce a superare l’alienazione attraverso la presa di
coscienza delle tappe evolutive dello spirito, quindi giunge al sapere assoluto
(filosofia come scienza) e ricompone in sé l’armonia perduta.
Nella Fenomenologia dello spirito descrive le tappe evolutive della vita
spirituale (le “figure”, forme ideali e storiche con cui lo spirito, o cultura
di un popolo, si è espresso attraversi i secoli) ossia la certezza sensibile
che possiede una conoscenza apparentemente concreta e veritiera basata sul
sapere immediato dell’“in sé”(la verità fuori dal soggetto); essa tuttavia
diviene consapevole della falsità di tale sapere quando comprende che l’oggetto
è conoscibile in relazione al soggetto (al “per sé”). Essa perciò si rende
consapevole del proprio carattere produttivo quindi può affermare che
l’incontro-scontro con l’autocoscienza dell’altro è dovuto al fatto che
l’autocoscienza avverte il bisogno degli altri e cerca il riconoscimento della
propria autocoscienza dalle altre attraverso la dialettica
dipendenza/indipendenza (lotta e scontro) che provoca la sottomissione di un
autocoscienza all’altra (paura della morte) segue la dialettica servo-padrone
che consiste nella prevaricazione del signore e sottomissione del servo, poi
nella autodisciplina del servo tramite il lavoro (il “servizio”) quindi nella
coscienza del servo della proprio indipendenza dal padrone e specularmente nella coscienza del padrone della propria
dipendenza dal servo, quindi si giunge alla trasformazione del padrone in servo
del servo e del servo in padrone del padrone(la coscienza, nel lavoro, ritrova
se stessa e acquista un suo proprio significato).
Lo stoicismo presenta l’autocoscienza chiusa e indifferente
al mondo in quanto ha la certezza della propria libertà e indipendenza dalle
cose; allo stoicismo segue lo scetticismo basato sulla "epoché" sul mondo e su
ogni certezza;
Hegel afferma che stoicismo e scetticismo evidenziano la
scissione tra sé e il mondo, tale condizione è superata dalla coscienza
infelice tale è l’autocoscienza cristiana che avverte la scissione tra la
consapevolezza della proprio finitudine e la aspirazione verso l’infinità di
Dio: quindi la coscienza infelice supera la scissione negando se stessa
(automortificazione), diviene
consapevole di essere parte dell’assoluto; ora l’autocoscienza sa di essere la
ragione (l’età moderna), la quale cerca se stessa nella natura(naturalismo
rinascimentale), poi formula le leggi della natura (scienza) ma non riesce mai
a ritrovarsi; quindi abbandona la scienza naturale e ricerca sé nella propria
soggettività attraverso il piacere (inappagante) e la legge del cuore (incapace
di universalità); a questo punto conquista la virtù attraverso la legge morale
kantiana, ma è frustrata per lo scarto incolmabile esistente tra essere/dover
essere. Finalmente la ragione comprende che l’aspirazione all'universalità
comporta il superamento delle etiche di tipo soggettivo e impone il passaggio
all'eticità, ossia l’assumere la prospettiva dello spirito incarnato nelle
istituzioni storico-politiche (finalmente la ragione ricompone in sé l’armonia
perduta).
L'autocoscienza afferma che ci siano altre autocoscienze in grado di sostenere la propria esistenza.Secondo Hegel,l'uomo è un'autocoscienza solo se riesce a riconoscere gli altri esseri pensanti.Quindi si viene a creare una sorta di lotta,che culmina,non nella morte di un'autocoscienza,ma nella vittoria di una sull'altra.
RispondiEliminaE' quello che accade al rapporto servo-padrone,in cui quest'ultimo ha rischiato la propria vita,ha vinto ed ha avuto la propria indipendenza;il sevo,invece,ha preferito la perdita della propria indipendenza per salvarsi.Ma Hegel sa,che prima o poi,il padrone diverrà servo del servo,poiché si rende dipendente dal servo.Mentre quest'ultimo diverrà padrone del padrone poiché riceve un sostentamento e la propria indipendenza.
Questa sorta di lotta la si può notare anche nel rapporto stoicismo/scetticismo.Nel primo l'autocoscenza,credendo di essere libera,raggiunge solo un'astratta libertà interiore,non negando la realtà esterna.Lo scetticismo,invece,ha un modo diverso di guardare il mondo e dà vita ad una situazione contraddittoria ed insostenibile,che si manifesta nella scissione tra due coscienze.
Questa scissione è esplicita nella figura di coscienza infelice,che culmina nella radicale separazione tra uomo e Dio.In primo luogo Hegel tratta dell'ebraismo,rifacendosi al vecchio testamento,in cui l'uomo veniva sottomesso a Dio,e dipendeva da quest'ultimo (rapporto servo-padrone).In un secondo momento si arriva al cristianesimo,in cui Dio è visto come una realtà che è presente e vede,in cui si è convinti di cogliere l'assoluto.
La coscienza infelice assume la forma di una separazione radicale fra l' uomo e Dio. Tale separazione di manifesta dapprima sotto forma di un' antitesi fra l'instrasmutabile e il trasmutabile.
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